Gli uomini potrebbero crescere la barba o mantenere i baffi solo per punti di stile extra, ma i peli del viso del gatto non hanno nulla a che fare con la moda. I baffi di un gatto — o vibrisse-sono uno strumento sensoriale ben levigato che aiuta un gatto a vedere al buio e ad evitare i predatori affamati.

I baffi sono peli tattili altamente sensibili che crescono in modelli sul muso di un gatto, sopra i suoi occhi e altrove sul suo corpo, come le orecchie, la mascella e le zampe anteriori. Alla radice di ciascuno di questi lunghi peli rigidi c’è un follicolo carico di nervi.,

Spazzolando i baffi contro un oggetto, un gatto può rilevare la posizione precisa, le dimensioni e la consistenza dell’oggetto, anche al buio. Questa funzione si rivela particolarmente utile per un gatto che cerca di valutare se può adattarsi a uno spazio ristretto. I baffi rilevano anche i cambiamenti nelle correnti d’aria, aiutando i gatti a rilevare i pericoli in avvicinamento.

I baffi non solo rendono i gatti consapevoli dell’ambiente circostante, ma possono anche fornire agli esseri umani alcune informazioni sullo stato mentale del loro animale domestico., Ad esempio, una serie di baffi tesi, tirati indietro sul viso, è una buona indicazione che Kitty si sente minacciata, mentre i baffi rilassati, che puntano lontano dal viso, indicano un gatto contenuto.

Naturalmente, i gatti non sono gli unici mammiferi con i baffi. La maggior parte delle specie di mammiferi, compresi i primati, sono dotate di questi recettori extrasensoriali. I biologi pensano che i mammiferi abbiano sviluppato i baffi perché avevano bisogno di aiuto per percepire i loro ambienti di notte.,

I primi piccoli mammiferi condividevano il mondo con i dinosauri e dovevano adattarsi alla caccia notturna, quando i loro predatori erano meno attivi. I baffi hanno aiutato questi animali affamati a trovare cibo e navigare su terreni bui. Questo adattamento evolutivo aiuta anche a spiegare perché i baffi di molti carnivori notturni o acquatici-come ratti, foche e trichechi — sono così prominenti.

Segui Elizabeth Palermo su Twitter @ techEpalermo, Facebook o Google+. Seguire Scienza in diretta @ livescience. Siamo anche su Facebook & Google+.