Bonifacio congedò rapidamente gli altri delegati e chiese a Dante da solo di rimanere a Roma. Allo stesso tempo (1 novembre 1301), Carlo di Valois entrò a Firenze con i guelfi neri, che nei successivi sei giorni distrussero gran parte della città e uccisero molti dei loro nemici. Fu insediato un nuovo governo guelfo nero e Messer Cante dei Gabrielli di Gubbio fu nominato Podestà di Firenze. Dante fu messo in esilio per due anni e condannato a pagare una grande collina di denaro.,
Dante non pagò il denaro, in parte perché credeva di non essere colpevole, e in parte perché tutti i suoi bisogni a Firenze erano stati rubati dai guelfi neri. Fu condannato all’esilio a vita, e se tornasse a Firenze senza pagare il denaro, potrebbe essere bruciato sul rogo.
In esilio iniziò a cercare le fondamenta della Divina Commedia, un’opera in 100 canti, divisa in tre libri di trentatré canti ciascuno, con un solo canto introduttivo.
Si recò a Verona come ospite di Bartolomeo I della Scala, poi si trasferì a Sarzana in Liguria., Più tardi, si suppone che abbia vissuto a Lucca con Madame Gentucca. Alcune fonti non sicure dicono che fu anche a Parigi tra il 1308 e il 1310. Nel 1310, l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo, marciò 5.000 truppe in Italia. Dante vide in lui un nuovo Carlo Magno che avrebbe ripristinato l’ufficio del Sacro Romano Imperatore per riprendere Firenze dai guelfi neri. Scrisse a Enrico e a diversi principi italiani, chiedendo che distruggessero i guelfi neri., Mescolando religione e preoccupazioni private, ha invocato la peggiore rabbia di Dio contro la sua città, suggerendo diversi obiettivi particolari che coincidevano con i suoi nemici personali. Fu durante questo periodo che scrisse i primi due libri della Divina Commedia.
Quando Dante morì a Ravenna, i custodi del corpo a Ravenna misero le ossa in una falsa parete del monastero. Tuttavia, nel 1829, una tomba fu costruita per lui a Firenze nella basilica di Santa Croce. Quella tomba è rimasta vuota da allora, con il corpo di Dante rimasto a Ravenna, lontano dalla terra che tanto amava., Sulla facciata della sua tomba a Firenze si legge Onorate l’altissimo poeta – che si traduce approssimativamente come “Onora il poeta più eccelso”.